Pagelle Freccia Vallone 2024: Stephen Williams perfetto, Tiesj Benoot e Toms Skujins tuttofare, chiunque ha finito da applausi

Stephen Williams (Israel-Premier Tech), 10: Questa corsa era perfetta per lui e chissà se il corridore britannico in queste ultime settimane non si è nascosto per arrivarci con meno pressione. Dotato di una sparata eccellente in questo tipo di arrivi, il vincitore del Tour Down Under conferma di aver fatto un salto di qualità quest’anno dominando l’arrivo più duro della stagione, senza nemmeno dover fare troppi calcoli, ma facendo parlare le gambe.

Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), 9,5: Forse lui i calcoli li ha sbagliati, ragionando troppo e correndo con prudenza, ma per il francese questo secondo posto è un risultato molto importante, che ne sancisce se non la maturità, quantomeno il pieno potenziale, sublimando un inizio di stagione di grande livello.

Maxim Van Gils (Lotto Dstny), 9,5: Non solo chiude sul podio, ma tra coloro che termina nelle primissime posizioni è tra i più attivi una volta che la corsa esplode. Presente nel tentativo in contropiede che segna il penultimo giro, anche in precedenza si era visto più volte provare uno scatto con coraggio.

Benoit Cosnefroy (Decathlon Ag2r La Mondiale), 8,5: Nel finale si assume l’onere di essere forse il corridore più atteso, facendo tirare i suoi e accollandosi poi il peso della rimonta sulla sparata di Williams. Alla fine chiude quarto, fuori dal podio, ma ribadisce il suo status.

Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious), 8: Una giornata difficilissima per tutti, forse ancor di più per un corridore che a queste condizioni climatiche non è certo abituato, e che fiscamente possono mandarlo maggiormente in difficoltà. Invece è sempre ben presente e alla fine chiude con una bella Top5, confermando di essere più di uno scalatore.

Romain Grégoire (Groupama-FDJ), 8: Classe 2003, è di gran lunga il più giovane del gruppetto di testa, ma non ha paura di assumersi la responsabilità in una corsa come questa. Fa bene e raccoglie un buon piazzamento su una salita in cui l’esperienza conta tantissimo. Considerato quanto la sua squadra ha tirato in precedenza, salva anche la baracca visto che i suoi più esperti leader si sono dovuti progressivamente arrendere.

Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), 7,5: Leader della squadra forse più forte di questa edizione, che nel momento in cui il gruppo era ridotto a trenta unità era ancora al completo davanti, ci prova fino in fondo, chiudendo con un buon piazzamento, confermando che la squadra norvegese ha gli uomini su cui contare per continuare il suo percorso costante di crescita.

Tiesj Benoot (Visma|Lease a Bike), 7,5: Reduce da notti insonni per la nascita del suo secondo figlio, il belga si è comunque presentato al lavoro stamani. E fa molto più che timbrare il cartellino, realizzando una splendida corsa, che lo porta ad un ennesimo piazzamento in un inizio di stagione che ne ribadisce la duttilità.

Dorian Godon (Decathon Ag2r La Mondiale), 7: Un altro bel piazzamento per un corridore solido e resistente che sta proseguendo la su progressiva crescita. Non diventerà un campione, ma può togliersi soddisfazioni sempre più importanti.

Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), 7: Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e l’ecuadoriano è indubbiamente uno di quelli. In una corsa sulla carta ben poco adatta a lui che di esplosività ne ha poca, il campione olimpico cerca più volte di lasciare il segno. Alla fine chiude a ridosso dei dieci, ma era tutt’altro che scontato.

Guillaume Martin (Cofidis), 7: Anche per uno scalatore puro come lui non è di certo questa la corsa ideale, ma le condizioni climatiche proibitive lo hanno in questo senso favorito. Ne esce molto bene, chiudendo una Top10 abbastanza sorprendente nel suo complesso, ma nella quale nessuno ha chiaramente demeritato. Tantomeno lui, che con il suo fisico oggi ha dovuto penare parecchio, tanto più che è rimasto ben presto da solo

Toms Skujins (Lidl-Trek), 7: Di corridori che hanno brillato sul pavé, sulla cresta dell’onda praticamente sin dal primo fine settimana delle classiche oggi ce n’erano ben pochi. E lui è stato uno di questi, cercando di tenere in piedi una Lidl – Trek arrivata con grandi ambizioni, spazzate via da vento, pioggia e grandine. Un clima che lo ha esaltato.

Soren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), 7: Di scatti se ne sono visti più d’uno oggi, ma quello più incisivo è stato il suo. Una splendida azione in contropiede che per qualche momento ha anche fatto pensare che potesse essere l’ennesima impresa di un membro del team belga. Così non è stato, ma il danese ci ha messo l’anima e ha fatto l’unica cosa che poteva per cercare di vincere una corsa come questa.

Jordan Jegat (TotalEnergies), 7: Classe 1999, arrivato quest’anno dalla categoria continental dopo una lunga gavetta, il corridore bretone ha confermato oggi l’ottimo momento di forma chiudendo a ridosso dei dieci la prima grande classica WorldTour a cui abbia mai partecipato.

Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), 10: Quando al traguardo arrivano appena in 44, anche l’ultimo di giornata merita un applauso e una menzione particolare.

Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), sv: La menzione al (e del) danese (finito in ipotermia) vale per tutti i big che oggi sono stati spazzati via da vento, pioggia e grandine. Forse qualcuno ha commesso qualche errore nel (non) coprirsi adeguatamente, forse qualcuno non era nella condizione ideale, ma è chiaro che in queste condizioni non ci sono colpe e/o voti bassi da poter assegnare. Ognuno ha fatto il massimo che poteva, forse alcuni anche troppo (e il corridore scandinavo è probabilmente fra questi)

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